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“Ikebana. Arte zen”

di Keiko Ando Mei


“Il mio incontro con l’arte dell’ikebana avvenne in età assai giovanile. Mia madre e prima di lei mia nonna erano maestre della scuola Ikenobo e, fin da bambina, ricordo che all’ingresso della casa e nel tokonoma vi era sempre una composizione con rami e fiori freschi di stagione…”


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Ikebana. Art zen


di Keiko Ando Mei

Version française du livre: Ikebana Arte zen


Le résultat de nombreuses années de travail, le livre traite de la pratique de l’Ikebana comme un chemin de la connaissance de soi de ses propres qualités et valeurs. Apprendre cet art signifie non seulement acquérir des techniques pour améliorer vos créations avec des fleurs, mais surtout commencer un voyage sous la direction d’un Maître pour se cultiver soi-même.


Le livre
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2011 . “Aiutiamo il Giappone”


Il Centro è impegnato nell’iniziativa di solidarietà “Aiutiamo il Giappone” per la costruzione di un asilo nido nella città di Minami Sanriku,

nella Prefettura di Miyagi, completamente distrutta dallo Tsunami. L’asilo sarà dedicato all’Amicizia tra Giappone e Italia. La somma raccolta verrà devoluta al Comune di Minami Sanriku che curerà la realizzazione del progetto.

L’iniziativa è stata promossa congiuntamente al Comune di Besano (Provincia di Varese), gemellato con il paese di Minami Sanriku, con il quale ha realizzato in passato scambi sia in ambito culturale che scientifico.

Il progetto è supportato da Mediafriends “La Fabbrica del Sorriso”.

Siamo orgogliosi di comunicarvi che in data 15 novembre 2011 la raccolta, grazie anche al sostegno di Mediafriends e del Comune di Besano, ha raggiunto un totale di circa euro 62.000 (circa 6.400.000 yen.)

L’iniziativa ha ottenuto dall’Ambasciatore del Giappone in Italia il

“Riconoscimento per l’amicizia e la solidarietà mostrate al popolo del Giappone”.


Cari amici e sostenitori, vi ringraziamo, ancora una volta, per la vostra solidarietà e generosità.

Principali donatori:

  • i Soci dell’Associazione Nuova Cultura Oriente – Occidente e Centro di Cultura giapponese, gli Amici della Associazione,
  • il Comune di Besano
  • Mediafriends – “La Fabbrica del sorriso”
  • Il gruppo “Luce per il Giappone”
  • Elisa Cairati e Emanuele Salvioni – Spettacolo teatrale Robecco Sul Naviglio
  • Mondial SpA
  • Dojo Scuola della Respirazione
  • Comunità Parrocchiale di S. Teresa – Cori Polifonici “Gesu’ a Nazareth” e “The Tuimbers”
  • Associazione Sorriso del Lago
  • Dojo Akeleinaa
  • Koryu Ikebana group di Mantova
  • Associazione Mille Gru di Cremona
 
 
Il 13 gennaio 2012 su Rete4, nell’ambito della serie “Storie di confine”, è andato in onda un reportage di Mimmo Lombezzi dedicato al Giappone del dopo tsunami. Il programma ha documentato, tra l’altro, la situazione della cittadina di Minami Sanrikucho e l’incontro con il Sindaco a cui è stata destinata la raccolta fondi promossa dal nostro Centro di Cultura Giapponese e da Mediafriends per la ricostruzione di un asilo.

2012 . Giappone, ad un anno dallo tsunami

Venerdì 9 marzo 2012 dalle ore 19 – Centro di Cultura Giapponese – Via Lovanio 8 Milano

Era l’11 marzo dello scorso anno quando la forza distruttiva dello tsunami devastò il nord-est del Giappone causando ventimila vittime e l’incubo nucleare di Fukushima.

Una ferita profonda nel cuore del Paese cui fece seguito uno straordinario impegno collettivo per soccorrere le zone colpite.

La rimozione di immense distese di detriti fu la prima fase di un lungo e doloroso processo di ricostruzione che ora dovrà affrontare la messa in sicurezza del territorio e la pianificazione di nuove città e villaggi. A ciò si aggiunga il più difficile compito di sostenere coloro che soffrono la perdita dei propri cari, aiutandoli a tornare quanto prima ad una vita normale.

Con l’intento di mantenere vivo il ricordo e riportare l’attenzione sulle zone colpite, ad un anno da questa terribile tragedia il Centro di Cultura Giapponese di Milano ha organizzato venerdì 9 marzo una serata speciale con la proiezione del reportage “Il samurai disarmato” di Mimmo Lombezzi e l’allestimento di una mostra fotografica-documentale dell’architetto Ken Tani, che ha visitato recentemente la provincia di Ishinonmaki e i villaggi di sfollati alla periferia di Fukushima.

Nel corso della serata, inoltre, l’architetto Beatrice Spolidoro ha presentato il suo progetto per la costruzione di un asilo a Minami Sanrikucho.


2014 . Minami Sanrikucho, tre anni dopo

La nostra direttrice Keiko Ando Mei nel corso del suo recente viaggio in Giappone ha visitato la piccola comunità di Minami Sanrikucho, nella Prefettura di Miyagi, completamente distrutta dallo Tsunami.

IMGP0005Il nostro Centro ha allacciato uno stretto rapporto di amicizia con questa comunità contribuendo, grazie anche al sostegno di Mediafriends e del Comune di Besano, ad una raccolta di fondi che ha portato a donare un totale di 62mila euro, da destinarsi alla costruzione di un asilo nido.

Nonostante la città sia stata completamente distutta e il dolore per la perdita dei familiari sia incancellabile, le persone sopravvissute alla tragedia sentono fortemente la responsabilità e il dovere di impegnarsi per una ricostruzione che garantisca un futuro alle giovani generazioni.

Keiko Ando, calorosamente accolta dal Responsabile per le relazioni con l’Estero di Minami Sanrikucho, ha potuto constatare di persona la grande determinazione che anima tutta la comunità, impegnata in un complesso lavoro di ricostruzione.
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Il progetto prevede innanzitutto l’innalzamento del terreno per la messa in sicurezza dell’area prescelta per la ricostruzione; un lavoro immane e tuttavia indispensabile per creare un luogo sicuro e protetto.

“Ora abbiamo tutto ciò di cui necessitiamo – ha riferito il Responsabile per le relazioni con l’Estero a Keiko Ando – ma saremmo davvero molto felici di poter ospitare ed accogliere tutti coloro che volessero venire a testimoniare di persona la loro amicizia e solidarietà nei confronti della nostra comunità”.


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Hinamatsuri 2012

– Il 3 marzo è la “Festa dei peschi” (Momo no sekku), dedicata alle bambine, con i buoni auspici per la loro crescita sana e felice. Ogni famiglia decora il tokonoma, oppure un angolo della casa, con bambole tradizionali che raffigurano personaggi di Corte nei loro antichi costumi: l’Imperatore, l’Imperatrice, i cortigiani e i musici. La mamma, poi, predispone un Ikebana con rami di pesco e prepara dei dolcini da offrire alle bambine vestite, per l’occasione, con kimono dai colori vivaci e allegri motivi. Nelle comunità agricole delle origini questa festività era dedicata ai riti di purificazione che precedevano la semina. –  

( dal libro Ikebana.Arte zen di Keiko Ando Mei)


immagini della festa al Centro di Cultura Giapponese (marzo 2012)




Intervista a Keiko Ando – Mostra “Samurai”- 2009

  • Come può una discendente di Samurai come lei, signora Keiko Ando, vivere in Italia?
  • Le culture s’incontrano, dialogano. Anche la vostra arte di arrangiarsi è un’importante filosofia di vita.
  • Ma i precetti d’impareggiabile moralità dettati nel ‘600 da Jacho Yamamoto nel libro segreto dei Samurai, lo “Hagakure”, saranno sempre anacronistici nella nostra società.
  • No, quelle pagine aspre possono essere per tutti stimolanti, appassionate. Così come le ha rilette, nel ‘900, il nostro grande scrittore Yukio Mishima ne “La via del Samurai”. Fuori dalla struttura feudale, dove si è affermata storicamente la figura del guerriero, vale sempre la sua saggezza, che è soprattutto comprensione dell’umana natura.
  • Nell’ordinata gerarchia del Giappone feudale, che posto aveva la sua famiglia?
  • Sottoposta a un Daimyo, il capo-clan di un parte della regione di Tokyo, a sua volta al servizio dello shogun, il governatore del Paese. All’imperatore spettava, più che altro, un ruolo sacerdotale.
  • Dove ha misurato la profondità della sua tradizione?
  • Quando hanno aperto il sepolcro di famiglia, per dare sepoltura a mio padre, nel 1976. Una lastra con iscrizioni quasi illeggibili. Una tomba profonda tre metri. Tutte le urne degli antenati disposte armoniosamente, alcune ancora ricoperte di seta, “C’è ancora spazio…” ha commentato mio fratello con una battuta.
  • Non rinunciate all’eleganza, neppure nella morte.
  • Lo spiega bene “Departures”, che ha appena vinto l’Oscar come miglior film straniero. La via del Samurai, si dice, è la morte. Perché la vita dura solo un’istante. Meditare su questo ci rasserena. Da quando avevo otto anni, il mio maestro Zen mi ha educata a sentirmi una goccia del grande mare, in comunione con l’universo.
  • E gli occidentali dove possono trovare tanta serenità?
  • Sbagliatissimo isolarsi su una montagna. La meditazione non è una disciplina egocentrica. Noi la pratichiamo a Milano, nel Centro di Cultura Giapponese di via Lovanio, che dirigo con mio marito, un italiano. I principi sono gli stessi che mi impartiva mia nonna: migliora te stessa per migliorare il mondo.
  • Amore e morte. In che rapporto stanno per un giapponese?
  • In una poesia, il samurai canta: ” Morirò per il mio amore. La verità la saprai solo dal fumo, che aleggia … il nome del mio amore, fino all’ultimo segreto.” La forma più elegante dell’amore. Se è esternato e condiviso, sminuisce. Se ne deduce che dietro a un grande Samurai, c’è sempre una grande donna.
  • Che non ama il gossip e non si limita a praticare l’Ikebana …
  • Anzi, smentiamo un luogo comune. L’Ikebana è un’arte virile. Recidere una foglia è un gesto da guerriero.
  • Quante cose in comune, nella letteratura. E se consideriamo l’evoluzione della cultura dei samurai nella contemporaneità?
  • In Giappone è rimasta nel senso di fedeltà e appartenenza alla ditta. Sì, mio padre non ha mai lasciato la società di cui è arrivato ad essere vice-presidente. Sarebbe inimmaginabile, almeno ancora per la mia generazione, porsi al servizio di un’altra azienda.